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L’opposto dell’amore non è l’odio, ma l’egoismo. Egoismo è desiderare che gli altri ci rendano felici. Amare è desiderare di far felice gli altri. Quando spinge all’azione, l’egoismo impone e prende. L’amore propone e dona. Ci sono espressioni popolari che creano confusione perché si riferiscono all’egoismo, chiamandolo amore. Ecco qualche esempio:

Morire (o soffrire) d’amore. Si muore (o si soffre) solo per egoismo, mai per amore. Ti amo da morire. In effetti si intende Ti desidero da morire, ed è egoismo.

Se mi ami, dimostramelo. Chi dice questo non ama ma desidera: vuole ricevere, non dare. Pretende che sia l’altro ad amare, non lui.

La gelosia è una prova d’amore. In realtà è manifestazione di egoismo e di sfiducia.

Altre imprecisioni linguistiche che creano confusione è l’uso del termine amare. Nella lingua italiana, al contrario di quella americana, esistono termini diversi per indicare livelli di amore diverso. L’omogenizzazione della cultura ci sta abituando alla semplicità e anche i nostri comunicatori hanno iniziato ad usare I love, indistintamente, per persone, animali e addirittura oggetti: amo la mia macchina del caffè.

Si dovrebbe dire mi piace la musica, lo sport, il ballo, ecc. e non io amo la musica, lo sport, il ballo, ecc. Voglio bene al mio gatto, non “amo il mio gatto”.

Il termine amore è riservato ad una persona speciale. Voler bene esprime esattamente il concetto di amare, ossia volere il bene dell’altro, ma con una intensità minore. Mi piace, non riguarda il dare ma il ricevere. L’ego istintivo di natura tende a pensare solo a se stesso; tutti nasciamo egoisti e sappiamo cosa sia mi piace. Ma non tutti impariamo a voler bene e ad amare.

 

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Perché si consiglia di camminare a piedi nudi sull’erba?

*Camminare a piedi scalzi sulla terra, specialmente quando è umida e rimossa, è una pratica fortificante del sistema nervoso, perché mentre fa espellere per i piedi le sostanze malsane, purifica e facilita l’assorbimento delle correnti magnetiche ed elettriche dell’atmosfera, attraverso il nostro corpo. Perciò si consiglia ai sani ed agli infermi di camminare a piedi scalzi sulla rugiada, allo spuntare del sole, almeno 5 o 10 minuti ogni giorno, cercando poi la reazione con lunghe passeggiate specialmente in collina.

Il movimento è vita, e nella Natura vediamo che tutti gli esseri animati vivono muovendosi. L’esercizio fisico è uno degli stimolanti della forza vitale, perché mettendo in attività tutte le funzioni del corpo, favorisce il ricambio organico. Ogni movimento attiva la circolazione del sangue, la respirazione, la digestione e favorisce l’eliminazione dei prodotti consumati. Quindi, il nostro corpo, per avere un buon funzionamento, necessita giornalmente, come minimo, di alcune ore di esercizio. Nel caso non si possa disporre di tale tempo, si consiglia di praticare qualche movimento ginnico al mattino alzandosi, a mezzogiorno e alla sera prima di coricarsi.

I migliori esercizi sono quelli naturali, come camminare, praticare ascensioni ai monti, lavorare la terra ecc. Non potendo fare ciò giornalmente, ripeto che si devono praticare esercizi con flessioni di gambe, di busto, e in generale tutto quello che è necessario per porre in attività tutte le parti del corpo.

 

*Fonte: La Medicina naturale alla portata di tutti di Manuel Lezaeta Acharan. Pag. 148 Capitolo XIX La propria forza vitale è l’unico agente curativo. FB Edizioni. 26° edizione italiana. ISBN 88-88582-00-2

 

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Che cos’è il perdono?

È una questione che riguarda l’altro o me stesso?

Ricordiamoci che per avere giustizia, ognuno di noi perde la propria pace interiore. Il perdono riguarda noi stessi. È l’egoismo positivo che dobbiamo coltivare per il nostro benessere mentale e spirituale.

*Edward Bach scrisse: È quando permettiamo alle altre persone di interferire che smettiamo di ascoltare i dettami della nostra anima, e questo genera disarmonia e malattia. Nel momento in cui il pensiero di un’altra persona entra nelle nostre menti, veniamo distolti dal seguire il nostro vero percorso. […] Le interferenze capitano in ogni vita […] e sono necessarie per imparare a resistere loro. […] la velocità con la quale progrediamo dipende completamente da noi. […] Più grandi saranno le difficoltà apparenti nel nostro sentiero, più saremo sicuri che la nostra missione vale la pena di essere portata a termine. Galileo era convinto che la terra fosse rotonda nonostante lo scetticismo di tutto il mondo e il brutto anatroccolo divenne un cigno pur con il disprezzo di tutta la sua famiglia.

Noi non abbiamo diritto di interferire nella vita di nessun figlio di Dio. Ciascuno di noi ha il suo compito e, nel fare questo, solo noi abbiamo il potere e la conoscenza necessari per compierlo alla perfezione.

[…] La disarmonia, cioè la malattia, si manifesta nel corpo perché quest’ultimo serve solamente a riflettere il compito dell’anima; esattamente come il viso riflette la felicità con il sorriso, e l’ira con la fronte aggrottata. Lo stesso avviene nelle cose più importanti: il corpo rifletterà le vere cause della malattia (che sono la paura, l’indecisione, il dubbio, la rabbia, ecc.) nel disordine dei suoi apparati e tessuti.

 

*Fonte: Edward Bach Raccolta. I dodici guaritori e altri rimedi di Edward Back. Capitolo V Libera te stesso. Pag. 107. Grafiche Turato Edizioni. Traduzione a cura di Susanna Sorbato. Revisione a cura di Loredana Benni, Veron Dalton, Elena Tura. Illustrazione di copertina Francesca Dafne Vignaga. ISBN: 978-88-98997-25-1

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Immaginando l’A.c.n.i.n. nel futuro vedo un centro culturale con diversi spazi: un piccolo centro congressi, con sale di diverse misure per le attività divulgative, di studio ed eventi ricreativi, un B&B, un ristorante vegetariano che propone piatti con le giuste combinazioni alimentari, una falegnameria, un orto, alberi da frutto e un paio di cavalli. Il tutto immerso nel silenzio della natura e gestito dai consulenti A.c.n.i.n.

Leggendo la raccolta di Edward Bach, ho trovato un capitolo che parla dell’ospedale del futuro e con felice stupore mi sono accorta che i nostri desideri sono gli stessi.

Tantissimi anni sono passati sia da Back che da Acharan e Costacurta ma il sogno non svanisce e un giorno arriveranno le giuste condizioni che trasformeranno queste parole in realtà.

Edward Bach scrive:

*In un futuro che ci auguriamo essere non troppo lontano, dovrà essere trattato il paziente, non la malattia.

Negli ospedali del futuro ci sarà un’atmosfera di pace, e di speranza, di gioia, e di fede. Ogni cosa sarà fatta per incoraggiare la persona a dimenticare la malattia, a lottare per la salute, e allo stesso tempo, per correggere qualsiasi difetto nella sua natura e giungere alla comprensione della lezione che deve imparare.

Ogni cosa dell’ospedale del futuro sarà edificante e bella, cosicché il malato cercherà quel rifugio non solo per essere alleviato dalla sua malattia, ma anche per sviluppare il desiderio di vivere una vita in armonia con i dettami della sua Anima, più di quanto non avesse mai fatto prima. L’ospedale sarà come una madre per i malati: li accoglierà fra le sue braccia rassicurandoli e confortandoli, dando loro speranza, fede e coraggio per superare le difficoltà.

Il medico di domani comprenderà che lui, da solo, non ha nessun potere di guarire, ma che se dedica la sua vita al servizio dei suoi fratelli, a studiare la natura umana, così da poter in parte comprenderne il significato, se desidera con tutto il suo cuore alleviare la sofferenza umana e abbandonare tutto per aiutare il malato, allora attraverso di lui può essere trasmessa la conoscenza per guidare chi soffre, e il potere di guarire per alleviare le sue pene. E allora, il suo potere e la sua abilità nell’aiutare sarà in proporzione all’intensità del suo desiderio e della volontà di servire. Egli capirà che la salute, come la vita è di Dio, e solo di Dio. Così lui stesso e i rimedi che usa sono puramente strumenti e agenti del Piano Divino per assistere e riportare il sofferente sulla strada della Legge Divina. Non sarà interessato alla malattia o all’anatomia patologica, studierà solo la salute. Non sarà importante per lui se, per esempio, il respiro corto è causato dal bacillo della tubercolosi, dallo streptococco, o da qualsiasi altro organismo, ma gli importerà molto di più sapere perché il paziente soffre per la difficoltà di respirare. Non sarà di nessuna importanza sapere quale delle valvole del cuore è danneggiata, ma sarà vitale comprendere in quale modo il malato sta erroneamente sviluppando la sfera dell’amore.

Le radiografie non saranno più usate per esaminare l’artrite di un’articolazione, piuttosto si cercherà nel modo di pensare del paziente per scoprire la sua rigidità mentale. […] La formazione del medico sarà uno studio profondo della natura umana, una grande consapevolezza del puro e del perfetto, una comprensione dello stato Divino dell’uomo, sulla conoscenza di come assistere coloro che soffrono affinché possano armonizzare la loro condotta con il loro Sé Spirituale e quindi portare armonia e salute alla personalità.

Basandosi sulla vita e sulla storia del paziente egli dovrà essere in grado di comprendere il conflitto che sta causando malattia o disarmonia fra il corpo e l’Anima, e potrà permettersi così di dare il suggerimento e il trattamento necessario al sollievo del sofferente. Dovrà inoltre studiare la Natura e le sue Leggi, essere un esperto dei Suoi Poteri Curativi che può utilizzare a beneficio e a vantaggio del paziente. Il trattamento di domani essenzialmente donerà quattro qualità al paziente: primo la pace, secondo la speranza, terzo la gioia, e quarto la fede.

Tutto l’ambiente circostante, così come l’attenzione prestata, saranno rivolti a questo fine: circondare il malato con quell’atmosfera di salute e luce che incoraggerà la guarigione. Allo stesso tempo, gli errori del paziente, una volta diagnosticati, saranno messi in evidenza e verrà data assistenza e incoraggiamento affinché possa superarli. […]

L’idea che la guarigione possa essere ottenuta con il pagamento in oro o argento deve sparire per sempre. La salute, come la vita, è di origine Divina e può essere ottenuta solo con Mezzi Divini. Guardando da fuori sembra che il denaro, il lusso, i viaggi, siano in grado di procurare un miglioramento al nostro essere fisico, ma queste cose non possono mai darci una salute vera.

Il paziente di domani deve capire che lui, e solo lui, può portare sollievo a se stesso dalla sofferenza, per quanto possa ottenere consiglio e aiuto da un fratello più anziano che lo assisterà nel suo sforzo.

Probabilmente la più grande lezione della vita è quella di imparare la libertà: la libertà dalle circostanze, dall’ambiente circostante, dalle altre personalità, e soprattutto da noi stessi perché, finché non siamo liberi, non siamo capaci di dare e di servire completamente i nostri fratelli.

Ricordate che se soffriamo o siamo privati di qualcosa, se siamo circondati da parenti o da amici che ci possono infastidire, se dobbiamo vivere fra coloro che ci controllano e ci dettano ordini, che interferiscono con i nostri piani e ostacolano il nostro progresso, tutto dipende dalle nostre azioni: perché è rimasta ancora dentro di noi una traccia che impedisce la libertà di qualcuno, o perché manca il coraggio di reclamare la nostra individualità, il nostro diritto di nascita. Nel momento in cui noi stessi diamo completa libertà a tutto ciò che ci circonda, quando non desideriamo più legare e limitare, quando non ci aspettiamo più niente da nessuno, quando il nostro unico pensiero sarà di dare e dare senza prendere mai, in quel momento scopriremo che siamo liberi da tutto il mondo: i legami cadranno, le nostre catene si spezzeranno e, per la prima volta nelle nostre vite, conosceremo la deliziosa gioia della perfetta libertà.

Il potere del possesso si è così sviluppato in Occidente da rendere necessarie gravi malattie prima che la gente si possa rendere conto dell’errore e corregga i propri comportamenti. Chi tra voi soffre per mano di un altro si faccia coraggio, perché significa che avete raggiunto quello stadio di avanzamento in cui vi stanno insegnando a guardare la vostra libertà, e quel dolore e sofferenza che state sopportando vi sta insegnando come correggere il vostro sbaglio e non appena lo avrete riconosciuto e corretto, i vostri problemi finiranno.

 

*Fonte: Edward Bach Raccolta. I dodici guaritori e altri rimedi di Edward Back. Capitolo Voi soffrite a causa vostra. Proseguiamo ancora un po’ lungo la strada. Pag. 81-87. Grafiche Turato Edizioni. Traduzione a cura di Susanna Sorbato. Revisione a cura di Loredana Benni, Veron Dalton, Elena Tura. Illustrazione di copertina Francesca Dafne Vignaga. ISBN: 978-88-98997-25-1

 

Cari amici,

la felicità non dipende da quello che abbiamo ma da ciò che siamo. Ma come si diventa felici? Un adulto che capisce i mali di questa vita, come può essere felice?

La felicità richiede saggezza. La via della saggezza passa attraverso la conoscenza.

Per tutti coloro che sono alla ricerca dell’intelligenza, della bontà e della bellezza l’A.c.n.i.n. offre un percorso per migliorare il rapporto con se stessi e gli altri, imparando a voler bene alla propria mente, allo spirito e al corpo, secondo gli insegnamenti di Manuel Lezaeta Acharan, Luigi Costacurta e Renato Marini.

Perché è la salute che guarisce ed è l’alternanza tra ragione e intuizione che porta alla crescita.

La vita ci offre molte guide, sta a noi trovarle e seguirne almeno una. Come disse Galileo Galilei:

 

Non basta guardare,

occorre guardare con gli occhi che vogliono vedere

e credere a quello che vedono.

 

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Cari amici,

con questo articolo l’A.c.n.i.n. apre ufficialmente il Blog dei soci! Questo spazio è pensato per noi, sia che siamo soci da un giorno che da vent’anni. Chiunque abbia voglia di scrivere un articolo o senta il bisogno di fare domande, può inviare il suo testo a questo indirizzo email: blog@acnin.it. La segreteria si riserva il diritto di pubblicare o meno il materiale inviato.

Con il video qui sotto vi presentiamo la mascotte dell’A.c.n.i.n.! La tartaruga è vera ed appartiene all’autore di questa bellissima grafica, l’artista vicentino Gabriele Brucceri (https://www.brucceri.com).

Questa piccola ma inarrestabile tartaruga rappresenta i soci e le persone che desiderano migliorare il loro comportamento. Speriamo vi piaccia la nostra mascotte e vi chiediamo idee per darle un nome!

Vi auguriamo un buon 2022 ricco di piacevoli esperienze e cambiamenti, anche in nostra compagnia.

Un caro saluto da parte di tutto lo staff A.c.n.i.n.

 

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La tartaruga è forte, si difende da ogni attacco esterno trovando la forza dentro di sè. Chi fa parte dell’A.c.n.i.n. è come una tartaruga che si dirige verso una meta che non vede; ci arriverà con calma, passo dopo passo, perché la saggezza richiede tempo, fiducia e costanza. I colori usati sono il verde, il giallo e l’indaco che rappresentano atteggiamenti che vogliamo perseguire. Il verde rappresenta la capacità di amare e di farsi amare. Emana senso di equilibrio, compassione e armonia.  Simboleggia la perseveranza e la conoscenza superiore, l’autocontrollo. Il giallo rappresenta il potere personale.  Piace agli estroversi e a chi non ha paura del cambiamento e a chi ha molta immaginazione. L’indaco rappresenta la bussola che ti indica la direzione giusta.  Piace a chi cerca l’affinità con le persone e trova segnali positivi nel mondo esterno.