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Un gruppo sano non minaccia l’autostima dei singoli componenti. Un gruppo malato dedica molto impegno in questo tentativo. 

Se in un gruppo sorgono conflitti fra diverse proposte, si tratta sempre di conflitti di personalità, ossia “battaglie su chi vale di più”. Una mente usa una modalità emotiva solo quando si sente minacciata. Se è tranquilla gestisce le divergenze di opinioni senza nessuna emotività. 

La salute del gruppo dipende dalla storie delle relazioni fra i vari componenti. Una storia di contese interne porterà molto facilmente a nuove contese.

Chi vede criticate le proprie idee si sente sminuito come “persona di valore” e d’istinto si impegna a difendere quelle idee per difendere il proprio valore come persona.

Per non vedere la critica alle proprie idee come una critica al proprio valore, uno deve educare la sua mente alla vita di gruppo.

Non esiste una Critica Costruttiva: se il gruppo non è “sano” ogni critica alle idee viene percepita come critica al valore della persona e genera contese emotive. L’espressione Critica Costruttiva è valida solo se viene rivolta alle critiche fatte da altri alla nostra idea, non quando viene rivolta alla nostra critica fatta ad una idea altrui. Ossia, la sua critica ad una mia idea può essere costruttiva, ma la mia critica ad una sua idea è sempre distruttiva.

Per non fare Critiche Distruttive è necessario preservare il valore della persona che propone una idea con cui non siamo d’accordo. Vedremo come fare durante il mini-corso “lavorare in gruppo”, consigliato ai soci che vogliono tentare di prestare servizio come Capogruppo.

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Qui di seguito si elencano i punti chiave del concetto trofoterapico il quale nell’alimento vede il farmaco; noi mangiando ci nutriamo e nel contempo ci curiamo. 

Questa è la realtà della nuova dietetica, pilastro base della moderna medicina naturale, la quale vanta gli incomparabili e spettacolari successi ottenuti nella risoluzione dell’ 80% dei casi patologici dichiarati incurabili dalla medicina convenzionale (dal raffreddore al cancro).

Gli agrumi in genere, ossi la frutta acida, si devono consumare solo a digiuno in succo, o meglio ancora allo stato integrale possibilmente e, mai associati ad altra frutta o cibi in genere. Benché si dica che l’agrume facilita la digestione dei grassi, tengo a ricordare che l’acido del limone in special modo, neutralizza l’effetto della saliva la quale contiene la mucina e la ptialina, sostanze indispensabili alla predigestione gastrica dei cibi in genere.

Gli zuccheri si devono mangiare da soli quindi la frutta, il miele, i dolci, ecc. non si devono associare con altri alimenti, pertanto mai consumarli a fine pasto. La frutta si mangi un’ora e mezza prima dei pasti oppure, due o tre ore dopo.

Non si devono mai mangiare due o più proteine assieme, in special modo durante il periodo di cura.

Le proteine di qualsiasi natura devono essere assunte esclusivamente associate a delle insalate miste di verdure ed ortaggi crudi nel periodo di cura. Dopo la cura si possono assumere anche associate a stufati di ortaggi (esclusi i legumi), però, in questo caso, il primo piatto deve essere sempre una insalata mista di verdure crude. A chi non ne può fare a meno, si consigliano tre-quattro fettine di pane integrale tostato oppure grissini integrali. Attenzione però di non mangiarli associato alle patate.

Durante il periodo di cura non si devono mangiare né cereali né legumi di sera. Sono tollerabili dopo il periodo di cura, sempre che a fine pasto si pratichino almeno due ore di sport (non agonistico) o si faccia del lavoro che impegni tutta la struttura muscolare del corpo.

Mai mangiare i formaggi di sera perché indigesti, come non si devono mai mangiare con le insalate di pomodori.

Mai bere quando si mangia, neanche acqua, tutt’al più se lo si desidera o vengono consigliati dei succhi di ortaggi, bisogna ricordare che qualsiasi liquido, mentre si mangia, deve essere assunto con il cucchiaio o centellinato, meglio sarebbe berlo prima come aperitivo.

In tutti i casi, mai bere vino o bevande gasate durante il pasto. 

Quando si mangia, masticare ed insalivare molto. 

Mangiare in stato di tranquillità e serenità d’animo, dimenticando tutti i problemi che ci assillano.

 

Fonte: La nuova dietetica di Luigi Costacurta. Capitolo XIV La trofoterapia. Pag. 381- 383. FB Edizioni ISBN 88-88582-01-0

 

 

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AVVISO

Cari soci,

La password di accesso all’area riservata cambia l’ultimo giorno del mese di pubblicazione del giornalino, ovvero a fine marzo, giugno, settembre e dicembre, in modo che tutti i soci possano aver ricevuto il giornalino.

Nel frattempo, per ovviare il problema di alcuni soci che ricevono il giornalino più tardi, nella sezione ARCHIVIO – VIVI CON GLI AGENTI NATURALI, ho pubblicato la versione digitale dell’ultimo numero, contenente la nuova password.

L’effetto Pigmalione: se tratti bene una persona, ti diventa simpatica, se la tratti male ti diventa antipatica.

In natura esiste una legge chiamata Entropia, secondo a quale le cose lasciate a se stesse tendono al disordine; la casa si sporca da sola e bisogna spendere energia e intelligenza per tenerla pulita; non basta pulirla una volta per tutte. Vale anche per l’amore nel matrimonio: se viene lasciato a se stesso deperisce e muore. Solo un costante impegno (energia e intelligenza) produce un progresso, e solo una azione attiva produce amore e vita. 

L’amore non può essere paragonato ad un fiore, perché nessun fiore dura a lungo. L’amore può essere paragonato ad un giardino, in cui i fiori nascono e muoiono, ma il giardino è sempre fiorito. La mente della donna cambia; la mente dell’uomo cambia; cambiano le aspettative, i desideri, i gusti e le insofferenze. Cambiano i sentimenti e le loro espressioni, cambia il modo di parlare, di capire ed anche di guardare. Come si può pretendere che l’amore non cambi mai?

Il seme ha bisogno di terra e l’amore ha bisogno di carezze e di tenerezze fatte con il corpo, sia da fidanzati che da sposati. 

Il seme ha bisogno di acqua e l’amore ha bisogno di pensieri e parole. L’uomo ama parlare di fatti e di concetti (razionalità) mentre la donna ama parlare di relazioni e di persone (sentimento). È importante che ci sia una certa quantità di scambio a due su argomenti che ciascuno ama, altrimenti il seme dell’amore inaridisce. 

Il seme ha bisogno del sole e l’amore ha bisogno di emozioni.

Il seme ha bisogno di tempo e l’amore ha bisogno di lasciar scorrere il tempo alla sua velocità. Imparare a dare al coniuge il tempo che gli serve è essenziale per coltivare l’amore nel matrimonio.

Se impariamo a ricevere dal cielo l’amore che ci serve, non solo non assilleremo i nostri cari con richieste di affetto, ma saremo noi a donare affetto a loro e quando doneremo riceveremo perché scatterà la molla anche nell’altro. Ricchi dell’amore spirituale potremo far nascere il vero amore, mescolandolo con quello mentale. E questo amore sarà duraturo, perché non dipende dagli umori del nostro coniuge e dai nostri, ma viene alimentato da una Legge della Natura.

 

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Per fare i bagni genitali è utile attrezzarsi di una tavoletta di legno (impermeabile). Non si trova in commercio per cui è necessario recarsi da un falegname o farla da sé. Le misure le potete vedere nella foto qui sotto. A Vicenza abbiamo un socio in grado di farle ma i costi di spedizione sarebbero più alti del costo di produzione, per cui valutate voi. Noi siamo a disposizione. Larghezza 37 cm – Altezza 39.

Per versare l’acqua si usa una spugna oppure un bicchiere. La durata è di 30 minuti 0 15 se non si ha tempo. Munirsi di un timer. Nella foto è a forma di uovo e può essere in acciaio inossidabile o plastica. Per non annoiarsi si può ascoltare della musica oppure una conferenza interessante. Si possono ripetere frasi positive o cantare.

L’acqua deve essere a 12 gradi per cui d’estate è meglio raffreddarla con del ghiaccio o usando acqua da frigorifero. Si può far scorrere l’acqua oppure riempire il bidè. In questo ultimo caso meglio cambiare l’acqua ogni 10 minuti. Per misurare la temperatura dell’acqua munirsi di un termometro per alimenti.

Tutte le ore del giorno vanno bene. Lontano dai pasti, naturalmente: almeno mezz’ora prima o minimo tre ore dopo.

AVVERTIMENTO PER LE DONNE!

Durante il periodo mestruale la donna non deve praticare nessuna applicazione idrica fredda; le è consentito solo il cataplasma di fango freddo applicato sul ventre durante la notte, in special modo se le mestruazioni sono dolorose. Le terapie idriche si devono sospendere tre giorni prima che inizi il ciclo e, riprese a fine ciclo, ossia dopo cinque giorni dall’inizio.

Testo tratto dal libero VIVI CON GLI AGENTI NATURALI di Luigi Costacurta - pag. 112

Il bagno genitale, riferendoci alla donna, non si deve confondere con le tradizionali irrigazioni vaginali interne che, per la maggioranza dei casi sono congestionanti, quando non contribuiscono a peggiorare la condizione della malattia. La natura del nostro organismo se aiutata, è in grado di eliminare ed espellere tutto ciò che altera la sua normalità funzionale.

Il vero bagno genitale, ideato da Kuhne, è una delle più importanti pratiche idroterapiche. Si applica esternamente in modo specifico sui genitali e propriamente sulla zona compresa tra il perineo ed il pube. La sua applicazione consiste nel versare sulla zona, l’acqua fredda in modo alterno, o meglio ancora, ad intervalli di 2 secondi con una spugna imbevuta d’acqua, dal basso ventre verso l’alto e viceversa, senza strofinare le labbra esterne della vagina.

[…] Tutto il corpo deve essere ben coperto, si tolgono le mutandine, però con questo non ci si deve bagnare neanche le natiche. Avendo un bidè, si metterà per traverso una tavoletta e ci si siederà sopra evitando che l’acqua bagni il sedere.

Non disponendo del bidè si può utilizzare una qualsiasi vaschetta la cui capacità non sia inferiore ai 25 litri d’acqua.

[…]

Se il male interessa la sfera genitale, ossia gli organi genitali in genere ed urinari (vescica, prostata, uretra e reni), il tempo di applicazione conviene che non sia inferiore ai 30 minuti e si ripeterà il bagno al mattino e al pomeriggio lontano dai pasti (possibilmente mezz’ora prima) e alla sera prima di coricarsi. Mentre se il male dovesse interessare solo il basso ventre e l’ultimo tratto del colon discendente ed il retto, sono più che sufficienti 15 minuti di applicazione, ripetuti due o tre volte al giorno.

Un avvertimento: poiché la reazione di questo bagno è decongestionante e derivativa, in talune circostanze il processo infiammatorio viene attirato in superficie; pertanto sulla parte esterna dei genitali si possono originare delle forti irritazioni, le quali si instaurano sui bordi esterni della vagina per le donne o sul prepuzio e glande per gli uomini. Non ci si deve allarmare, si deve continuare imperterriti con l’applicazione avendo l’avvertenza di non frizionare la parte.

In caso di forti emorragie vaginali, il bagno genitale è la pratica più indicata. Trattandosi di emorragia, l’applicazione, senza interruzione, verrà protratta fino a cessazione, per un’ora e più talvolta. Generalmente entro l’ora, l’emorragia dovrebbe risolversi; lo dico per esperienza in quanto con questa metodica, consigliata solo a mezzo telefono, ho aiutato diverse donne.

[…]

Durante questo tipo di cura, talvolta può manifestarsi la comparsa o la fuoriuscita di determinati flussi vaginali, uretrali e anali. Non dobbiamo interpretare questa sintomatologia in senso negativo e tentare di soffocarli, con l’utilizzo del farmaco, poiché essi, sono l’effetto del risveglio organico, con il quale l’organismo tende a liberarsi di tutte le morbosità interne trattenute o soffocate in precedenza […]

L’effetto decongestionante dell’acqua applicata secondo la metodica alternata, disinfiamma tutti i tessuti epiteliali; stimola il processo di diosmosi pertanto, fluidifica il sangue e nel contempo, lo libera, dalle sostanze estranee che […] per lo squilibrio termico, rimangono in circolo.

[…]

Per me è il bagno che più stimola l’attività nervosa eliminatrice dell’organismo.

Per l’uomo ha la stessa efficacia. Si attua solamente sul pene e, propriamente, sul glande (volgarmente detto testa), ricoperto dal prepuzio, ossia quella pelle che lo circonda, senza bagnare nessuna altra parte del corpo quindi, non si devono mettere i testicoli o lo scroto in acqua. Non si devono bagnare le natiche e nessun’altra parte del corpo. Si concede solo qualche strofinata sul pube. Si prende il pene con la mano sinistra assicurandosi che il prepuzio copra il glande invece, con la mano destra si prende la spugna o il bicchiere.

All’uomo circonciso, il bagno genitale è sconsigliato ma può praticare il bagno vitale di Vander, il quale può essere praticato da qualsiasi uomo, donna, bambino o anziano.

Tratto dal libero VIVI CON GLI AGENTI NATURALI di Luigi Costacurta - pag. 147/152

*L’origine di tutte le infermità sta nei disordini digestivi che si generano e mantengono con la febbre dello stomaco e degli intestini dell’infermo. Questo calore anormale si sviluppa in seguito ai continui e prolungati sforzi prodotti da una obbligata elaborazione di alimenti inadeguati nell’apparato digerente. […] Mangiando aranci o altra frutta cruda in qualsiasi quantità e osservando il polso prima e dopo aver ingerito questo alimento, si potrà constatare che non si è prodotta alcuna alterazione apprezzabile nell’attività cardiaca.

Però se facciamo questa osservazione prima e dopo un’abbondante cena o pranzo in cui si abbia ingerito carne, conserve, dolci e liquori, ci richiamerebbe l’attenzione l’aumento delle pulsazioni che, se prima di mangiare erano a 70, a pranzo consumato saranno circa 100 al minuto. È proprio questo che ci rivela l’aumento della temperatura interna del corpo, perché l’attività cardiaca si accelera con il calore. La sensazione di freddo ai piedi e di calore alla testa che accompagna le buone mangiate, ci rivela lo squilibrio termico del corpo, con l’aumento del calore interno per effetto del forzato lavoro dello stomaco e degli intestini. La frutta cruda è l’alimento naturale dell’uomo; lo dimostra la digestione.

 

L’uomo si nutre con quello che digerisce, non con quello che mangia. 

 

*Fonte: La Medicina naturale alla portata di tutti di Manuel Lezaeta Acharan. Capitolo VIII, Infermiamo per squilibrio termico del corpo. Pag. 61-62. FB Edizioni. 26° edizione italiana. Stampato da Litocenter. ISBN 88-88582-00-2

 

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*Hahnemann formulò la legge de “il simile cura il simile”. Scoprì che di alcuni rimedi e medicine della vecchia scuola, poteva invertire l’azione tramite la potentizzazione, in modo tale che le sostanze che avevano causato l’avvelenamento e fatto insorgere i sintomi della malattia, potevano, in piccole quantità e se separati secondo il suo speciale metodo, curare quei particolari sintomi. […]

La malattia è il risultato di un modo sbagliato di pensare e di agire, e cessa quando l’azione e il pensiero vengono messi in ordine; quando la lezione del dolore, della sofferenza e della pena è imparata, la sua presenza non ha più motivo di esistere, e automaticamente scompare. Quindi è fondamentalmente sbagliato dire che “il simile cura il simile”. Hahnemann aveva una concezione della verità abbastanza giusta, ma non l’espresse correttamente. Il simile può rafforzare il simile, il simile può respingere il simile, ma nel vero senso della guarigione il simile non può curare il simile.

Se ascoltate gli insegnamenti di Krishna, Buddha o Cristo, troverete sempre che i principi del bene vincono sul male. Cristo ci insegnò a non opporre resistenza al male, ad amare i nostri nemici, a benedire chi ci perseguita: non c’è alcun “simile cura il simile” in questo. E così anche nella vera guarigione e così nell’evoluzione spirituale, dobbiamo sempre cercare il buono per scacciare il male, l’amore per vincere l’odio, e la luce per far svanire le tenebre. Pertanto dobbiamo evitare tutti i veleni, tutte le cose pericolose e usare solo quelle belle e benefiche. […] Non pensate neanche per un momento che io stia sminuendo il lavoro di Hahnemann, al contrario, egli indicò le leggi fondamentali, le basi, ma ha avuto solo una vita: se avesse continuato il suo lavoro, senza nessun dubbio sarebbe progredito lungo queste linee.

Ora consideriamo il perché la medicina deve inevitabilmente cambiare. La scienza degli ultimi duemila anni ha considerato la malattia come un fattore materiale che può essere eliminato con mezzi materiali: questo, ovviamente, è completamente sbagliato. La malattia è il risultato, l’ultimo stadio di qualche cosa molto più profondo. La malattia ha origine al di sopra del piano fisico, più vicino al mentale. È esclusivamente il risultato di un conflitto tra i nostri sé spirituale e mortale. Fintantoché questi due sono in armonia, noi godiamo di perfetta salute, ma quando c’è un disaccordo, ne consegue quella che noi conosciamo come malattia.

La malattia è solamente e puramente correttiva, non è né crudele né vendicativa; ma è il mezzo adottato per indicarci i nostri sbagli, per prevenire errori più grandi, per impedirci di fare dell’altro male e per riportarci sulla via della Verità. Se soffrite di rigidità alle giunture o agli arti, voi potete essere certi che c’è rigidità nella vostra mente, che state inflessibilmente aggrappandovi a qualche idea, qualche principio, forse qualche convinzione, che non dovreste avere. Se soffrite di asma, o avete difficoltà a respirare, in qualche modo voi state soffocando un’altra personalità o, per la mancanza di coraggio di agire correttamente, soffocando voi stessi. […]

 

*Fonte: Edward Back, raccolta. I dodici guaritori e altri rimedi di Edward Back. Grafiche Turato Edizioni. Traduzione di Susanna Sorgato. Pag. 75-79 Voi soffrite a causa vostra.

 

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Lo spirito di giustizia abbassa la nostra serenità.

*Dobbiamo ricordare che la sofferenza in se stessa è benefica, in quanto ci indica che stiamo prendendo strade sbagliate e accelera la nostra evoluzione verso la sua gloriosa perfezione. Le vere principali malattie dell’uomo sono difetti come l’orgoglio, la crudeltà, l’odio, l’egoismo, l’ignoranza, l’instabilità e l’avidità.

L’instabilità, l’indecisione e la debolezza d’intento sono il risultato che deriva dal rifiuto della personalità di essere governata dal Sé Superiore, e ci porta a tradire noi stessi e gli altri per colpa della nostra debolezza. Tale condizione non sarebbe possibile se avessimo in noi la conoscenza dell’Inconquistabile, dell’Invincibile Divinità che in realtà siamo noi.

L’avidità porta al desiderio di potere. È una negazione della libertà e dell’individualità di ogni anima: invece di riconoscere che ognuno di noi è qui per sviluppare liberamente la sua strada secondo i dettami della sua sola anima, di accrescere la sua individualità, di agire liberamente e senza ostacoli, la persona avida desidera comandare, plasmare e dominare. […]

L’orgoglio, che è l’arroganza e la rigidità della mente, farà sorgere quelle malattie che producono rigidità e tensione nel corpo. Il Dolore è il risultato della crudeltà. Le punizioni dell’odio sono la solitudine, il carattere violento e incontrollabile, le crisi nervose e l’isteria. Le malattie introspettive, come nevrosi, nevrastenia e altre simili che privano la vita di così tanta gioia, sono causate dall’eccessivo Egoismo.

L’ignoranza e la mancanza di saggezza portano difficoltà nella vita di tutti i giorni, e se ci dovesse essere anche un ostinato rifiuto nel vedere la verità quando l’occasione ci viene data, le conseguenze naturali sono la miopia e l’indebolimento della vista e dell’udito. L’instabilità della mente deve portare nel corpo lo stesso tipo di disturbi che colpiscono il movimento e la coordinazione. Il risultato dell’avidità e del dominio sugli altri fa sorgere nel sofferente quelle malattie che lo renderanno uno schiavo del suo stesso corpo, con desideri e ambizioni frenati dalla malattia.

Il cuore, la fonte della vita e pertanto dell’amore, viene colpito soprattutto quando la parte della nostra natura che riguarda l’amore verso l’umanità non è ben sviluppata o viene usata male; una mano ammalata denota un agire carente o sbagliato: il cervello, essendo il centro del controllo, se colpito indica mancanza di gestione della personalità.

E così via, secondo la legge stabilita. […] La prevenzione e la cura della malattia può essere trovata scoprendo il difetto che è dentro di noi, eliminandolo con lo sviluppo scrupoloso della virtù che lo distruggerà; non lottandoci contro, ma inondandolo con la virtù opposta che lo spazzerà via delle nostre nature.

 

*Fonte: Edward Bach, raccolta. I dodici guaritori e altri rimedi di Edward Back. Grafiche Turato Edizioni. ISBN 978-88-98997-25-1. Capitolo tre, Guarisci te stesso. Pag. 25-31

 

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Stress è un termine inglese che significa tensione: una corda tesa e sotto stress. Episodi saltuari e limitati nel tempo nel corso dei quali l’organismo è in stato di stress sono non solo inevitabili, ma del tutto salutari. Ciò che fa male è quando l’eccitazione dello stress non sfocia in una azione fisica che ne scarichi le energie sviluppate e quando questi episodi di eccitazione e soffocamento si ripetono troppo spesso oppure durano troppo a lungo. L’organismo sotto stress funziona in modo alterato: possiamo dire che è come un motore che funziona in fuori-giri. Consuma troppa energia, si logora più in fretta, rallenta il funzionamento di processi essenziali come la digestione e la respirazione, ed eleva la temperatura dei tessuti a causa dell’elevata attività delle cellule. Il sangue si ritrova carico di glucosio che dovrebbe essere usato dai muscoli i quali, probabilmente, non ne fanno invece uso. Se davanti alla vista del leone, infatti , ti metteresti a correre all’impazzata, usando così quel surplus di energia che il simpatico ha prodotto, nel caso del vigile accanto alla tua auto al massimo allunghi il passo ed alzi un po’ la voce, ma non usi tutta l’energia prodotta, che va ad ingolfare l’organismo.

Se questa condizione si protrae troppo a lungo, o se si ripete troppo spesso, possono insorgere gravi problemi sia nell’apparato digerente (ulcere), sia in quello respiratorio (asma). Anche l’attività psichica ne risulta influenzata, fino ad arrivare ad uno stato di spossatezza mentale che prende il nome di depressione. La depressione è la conseguenza di troppo stress: sintomi della depressione sono la mancanza di appetito e di sonno, infelicità e abulia. Nel descrivere le conseguenze dello stress Bernard Auriol scrive che un eccesso di stimolazione del simpatico senza una azione muscolare adeguata, come la lotta o la fuga, può provocare la comparsa di ipertensione arteriosa, mal di testa, ipertiroidismo, disturbi cardiovascolari, arteriosclerosi, collassi, diabete, depressione.

Nella nostra società le aggressioni psicologiche sono più frequenti di quelle fisiche, il che produce un vertiginoso aumento dei casi di stress eccessivo nella nostra epoca, rispetto a quelle passate. Inoltre, le condizioni di vita della società moderna provocano numerose situazioni di conflitto a causa dell’eccessiva concentrazione di persone in spazi ristretti e dell’inesorabile sopraffazione operata dalle leggi, dalle regole sociali e dagli obblighi morali. Nessuno può quindi sperare di essere immune dallo stress. Si tratta piuttosto di ridurne la quantità e di controbilanciarne gli effetti con momenti di tranquillità. Non dobbiamo cercare di mutare le condizioni della società, ma di cambiare il nostro modo di reagire ad essa.

 

Fonte: Psiche Amica. Capitolo Il sistema neurovegetativo. Lo stress. Pagina 66-67. FB Edizioni. 

 

 

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L’opposto dell’amore non è l’odio, ma l’egoismo. Egoismo è desiderare che gli altri ci rendano felici. Amare è desiderare di far felice gli altri. Quando spinge all’azione, l’egoismo impone e prende. L’amore propone e dona. Ci sono espressioni popolari che creano confusione perché si riferiscono all’egoismo, chiamandolo amore. Ecco qualche esempio:

Morire (o soffrire) d’amore. Si muore (o si soffre) solo per egoismo, mai per amore. Ti amo da morire. In effetti si intende Ti desidero da morire, ed è egoismo.

Se mi ami, dimostramelo. Chi dice questo non ama ma desidera: vuole ricevere, non dare. Pretende che sia l’altro ad amare, non lui.

La gelosia è una prova d’amore. In realtà è manifestazione di egoismo e di sfiducia.

Altre imprecisioni linguistiche che creano confusione è l’uso del termine amare. Nella lingua italiana, al contrario di quella americana, esistono termini diversi per indicare livelli di amore diverso. L’omogenizzazione della cultura ci sta abituando alla semplicità e anche i nostri comunicatori hanno iniziato ad usare I love, indistintamente, per persone, animali e addirittura oggetti: amo la mia macchina del caffè.

Si dovrebbe dire mi piace la musica, lo sport, il ballo, ecc. e non io amo la musica, lo sport, il ballo, ecc. Voglio bene al mio gatto, non “amo il mio gatto”.

Il termine amore è riservato ad una persona speciale. Voler bene esprime esattamente il concetto di amare, ossia volere il bene dell’altro, ma con una intensità minore. Mi piace, non riguarda il dare ma il ricevere. L’ego istintivo di natura tende a pensare solo a se stesso; tutti nasciamo egoisti e sappiamo cosa sia mi piace. Ma non tutti impariamo a voler bene e ad amare.

 

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