Mi ritrovo a novembre 2022 con mia figlia di 12 anni influenzata, come del resto in molti in questo periodo. Di solito in questi casi la mia preoccupazione non è rivolta alla salute di mia figlia ma a quello che sua madre potrebbe decidersi di fare.
Dunque, sintomi classici con febbre sui 39°C, mamma che decide di dormire insieme a Matilde nel lettone e io di conseguenza in cameretta.
Succede che in piena notte mia moglie mi sveglia dicendomi che nostra figlia si è seduta sul letto e ha iniziato a benedire come fa il prete a messa. Mi dice che praticamente non ha mai dormito ed è stata sempre in agitazione.
“Facciamo una fasciatura fredda sulla pancia” dico io; segue lo sguardo interrogativo di mia moglie mentre mia figlia dice “No no no papà”. Mia moglie mi asseconda, forse il sonno ha aiutato, e io sento mia figlia calda anche nei piedi quindi procedo con la pratica. Ovviamente lo shock a contatto con l’asciugamano freddo accende le proteste ma obbligo a rimanere così. Dopo pochi minuti togliamo il tutto e copriamo velocemente con le copert
e. Cinque minuti e mia figlia dorme.
Al mattino mia moglie mi dice che Matilde ha dormito tutta la notte; ovviamente nessun accenno al fatto che si sia addormentata poco dopo l’applicazione dell’acqua fredda. Ma io riesco a resistere dal non dire cose del tipo “Hai visto!” oppure “Avevo ragione io”. No io sono superiore a questo genere di cose e mi dimostro adulto.
Vado al lavoro e dentro di me cresce la volontà di non esaltare il mio “successo” al rientro la sera. “Anche se loro non ne parleranno io me ne starò zitto!”. Arrivo a casa e mia figlia è in piedi, con pochi sintomi. “L’argomento” non viene toccato, io vado in doccia, “Resisti resisti” mi dico, scendo per la cena e subito mia figlia “Papà quella cosa di questa notte io non la faccio più”.Pochi millesimi di secondo e tutti i miei buoni propositi vanno in fumo; fumo che uscirebbe dalle mie orecchie se fossimo in un cartone animato, in compagnia delle fiamme dalla bocca.
Come non dar ragione a Renato Marini quando in “Psiche Amica” spiega che si deve cercare di controllare le idee non le emozioni. Avrei dovuto dall’inizio non crearmi l’aspettativa della gratificazione (livello difficile) oppure avrei dovuto scaricare la rabbia in un’altra direzione invece che sulle persone (livello medio). Magra la consolazione di non averla soffocata altrimenti si sarebbe scaricata altrove nel mio corpo (livello raso-terra).
Davide Antoniazzi, socio e consulente di primo livello (iridologo)
Grazie per la tua testimonianza!! ti capisco e mi spiace, ma vedrai che prima o poi si ricorderanno del buon effetto!