Immaginando l’A.c.n.i.n. nel futuro vedo un centro culturale con diversi spazi: un piccolo centro congressi, con sale di diverse misure per le attività divulgative, di studio ed eventi ricreativi, un B&B, un ristorante vegetariano che propone piatti con le giuste combinazioni alimentari, una falegnameria, un orto, alberi da frutto e un paio di cavalli. Il tutto immerso nel silenzio della natura e gestito dai consulenti A.c.n.i.n.
Leggendo la raccolta di Edward Bach, ho trovato un capitolo che parla dell’ospedale del futuro e con felice stupore mi sono accorta che i nostri desideri sono gli stessi.
Tantissimi anni sono passati sia da Back che da Acharan e Costacurta ma il sogno non svanisce e un giorno arriveranno le giuste condizioni che trasformeranno queste parole in realtà.
Edward Bach scrive:
*In un futuro che ci auguriamo essere non troppo lontano, dovrà essere trattato il paziente, non la malattia.
Negli ospedali del futuro ci sarà un’atmosfera di pace, e di speranza, di gioia, e di fede. Ogni cosa sarà fatta per incoraggiare la persona a dimenticare la malattia, a lottare per la salute, e allo stesso tempo, per correggere qualsiasi difetto nella sua natura e giungere alla comprensione della lezione che deve imparare.
Ogni cosa dell’ospedale del futuro sarà edificante e bella, cosicché il malato cercherà quel rifugio non solo per essere alleviato dalla sua malattia, ma anche per sviluppare il desiderio di vivere una vita in armonia con i dettami della sua Anima, più di quanto non avesse mai fatto prima. L’ospedale sarà come una madre per i malati: li accoglierà fra le sue braccia rassicurandoli e confortandoli, dando loro speranza, fede e coraggio per superare le difficoltà.
Il medico di domani comprenderà che lui, da solo, non ha nessun potere di guarire, ma che se dedica la sua vita al servizio dei suoi fratelli, a studiare la natura umana, così da poter in parte comprenderne il significato, se desidera con tutto il suo cuore alleviare la sofferenza umana e abbandonare tutto per aiutare il malato, allora attraverso di lui può essere trasmessa la conoscenza per guidare chi soffre, e il potere di guarire per alleviare le sue pene. E allora, il suo potere e la sua abilità nell’aiutare sarà in proporzione all’intensità del suo desiderio e della volontà di servire. Egli capirà che la salute, come la vita è di Dio, e solo di Dio. Così lui stesso e i rimedi che usa sono puramente strumenti e agenti del Piano Divino per assistere e riportare il sofferente sulla strada della Legge Divina. Non sarà interessato alla malattia o all’anatomia patologica, studierà solo la salute. Non sarà importante per lui se, per esempio, il respiro corto è causato dal bacillo della tubercolosi, dallo streptococco, o da qualsiasi altro organismo, ma gli importerà molto di più sapere perché il paziente soffre per la difficoltà di respirare. Non sarà di nessuna importanza sapere quale delle valvole del cuore è danneggiata, ma sarà vitale comprendere in quale modo il malato sta erroneamente sviluppando la sfera dell’amore.
Le radiografie non saranno più usate per esaminare l’artrite di un’articolazione, piuttosto si cercherà nel modo di pensare del paziente per scoprire la sua rigidità mentale. […] La formazione del medico sarà uno studio profondo della natura umana, una grande consapevolezza del puro e del perfetto, una comprensione dello stato Divino dell’uomo, sulla conoscenza di come assistere coloro che soffrono affinché possano armonizzare la loro condotta con il loro Sé Spirituale e quindi portare armonia e salute alla personalità.
Basandosi sulla vita e sulla storia del paziente egli dovrà essere in grado di comprendere il conflitto che sta causando malattia o disarmonia fra il corpo e l’Anima, e potrà permettersi così di dare il suggerimento e il trattamento necessario al sollievo del sofferente. Dovrà inoltre studiare la Natura e le sue Leggi, essere un esperto dei Suoi Poteri Curativi che può utilizzare a beneficio e a vantaggio del paziente. Il trattamento di domani essenzialmente donerà quattro qualità al paziente: primo la pace, secondo la speranza, terzo la gioia, e quarto la fede.
Tutto l’ambiente circostante, così come l’attenzione prestata, saranno rivolti a questo fine: circondare il malato con quell’atmosfera di salute e luce che incoraggerà la guarigione. Allo stesso tempo, gli errori del paziente, una volta diagnosticati, saranno messi in evidenza e verrà data assistenza e incoraggiamento affinché possa superarli. […]
L’idea che la guarigione possa essere ottenuta con il pagamento in oro o argento deve sparire per sempre. La salute, come la vita, è di origine Divina e può essere ottenuta solo con Mezzi Divini. Guardando da fuori sembra che il denaro, il lusso, i viaggi, siano in grado di procurare un miglioramento al nostro essere fisico, ma queste cose non possono mai darci una salute vera.
Il paziente di domani deve capire che lui, e solo lui, può portare sollievo a se stesso dalla sofferenza, per quanto possa ottenere consiglio e aiuto da un fratello più anziano che lo assisterà nel suo sforzo.
Probabilmente la più grande lezione della vita è quella di imparare la libertà: la libertà dalle circostanze, dall’ambiente circostante, dalle altre personalità, e soprattutto da noi stessi perché, finché non siamo liberi, non siamo capaci di dare e di servire completamente i nostri fratelli.
Ricordate che se soffriamo o siamo privati di qualcosa, se siamo circondati da parenti o da amici che ci possono infastidire, se dobbiamo vivere fra coloro che ci controllano e ci dettano ordini, che interferiscono con i nostri piani e ostacolano il nostro progresso, tutto dipende dalle nostre azioni: perché è rimasta ancora dentro di noi una traccia che impedisce la libertà di qualcuno, o perché manca il coraggio di reclamare la nostra individualità, il nostro diritto di nascita. Nel momento in cui noi stessi diamo completa libertà a tutto ciò che ci circonda, quando non desideriamo più legare e limitare, quando non ci aspettiamo più niente da nessuno, quando il nostro unico pensiero sarà di dare e dare senza prendere mai, in quel momento scopriremo che siamo liberi da tutto il mondo: i legami cadranno, le nostre catene si spezzeranno e, per la prima volta nelle nostre vite, conosceremo la deliziosa gioia della perfetta libertà.
Il potere del possesso si è così sviluppato in Occidente da rendere necessarie gravi malattie prima che la gente si possa rendere conto dell’errore e corregga i propri comportamenti. Chi tra voi soffre per mano di un altro si faccia coraggio, perché significa che avete raggiunto quello stadio di avanzamento in cui vi stanno insegnando a guardare la vostra libertà, e quel dolore e sofferenza che state sopportando vi sta insegnando come correggere il vostro sbaglio e non appena lo avrete riconosciuto e corretto, i vostri problemi finiranno.
*Fonte: Edward Bach Raccolta. I dodici guaritori e altri rimedi di Edward Back. Capitolo Voi soffrite a causa vostra. Proseguiamo ancora un po’ lungo la strada. Pag. 81-87. Grafiche Turato Edizioni. Traduzione a cura di Susanna Sorbato. Revisione a cura di Loredana Benni, Veron Dalton, Elena Tura. Illustrazione di copertina Francesca Dafne Vignaga. ISBN: 978-88-98997-25-1
Attrezzatura per bagni genitali
Blog, Corpo, Pratiche corporaliPer fare i bagni genitali è utile attrezzarsi di una tavoletta di legno (impermeabile). Non si trova in commercio per cui è necessario recarsi da un falegname o farla da sé. Le misure le potete vedere nella foto qui sotto. A Vicenza abbiamo un socio in grado di farle ma i costi di spedizione sarebbero più alti del costo di produzione, per cui valutate voi. Noi siamo a disposizione. Larghezza 37 cm – Altezza 39.
Per versare l’acqua si usa una spugna oppure un bicchiere. La durata è di 30 minuti 0 15 se non si ha tempo. Munirsi di un timer. Nella foto è a forma di uovo e può essere in acciaio inossidabile o plastica. Per non annoiarsi si può ascoltare della musica oppure una conferenza interessante. Si possono ripetere frasi positive o cantare.
L’acqua deve essere a 12 gradi per cui d’estate è meglio raffreddarla con del ghiaccio o usando acqua da frigorifero. Si può far scorrere l’acqua oppure riempire il bidè. In questo ultimo caso meglio cambiare l’acqua ogni 10 minuti. Per misurare la temperatura dell’acqua munirsi di un termometro per alimenti.
Tutte le ore del giorno vanno bene. Lontano dai pasti, naturalmente: almeno mezz’ora prima o minimo tre ore dopo.
AVVERTIMENTO PER LE DONNE!
Durante il periodo mestruale la donna non deve praticare nessuna applicazione idrica fredda; le è consentito solo il cataplasma di fango freddo applicato sul ventre durante la notte, in special modo se le mestruazioni sono dolorose. Le terapie idriche si devono sospendere tre giorni prima che inizi il ciclo e, riprese a fine ciclo, ossia dopo cinque giorni dall’inizio.
…
Il bagno genitale, riferendoci alla donna, non si deve confondere con le tradizionali irrigazioni vaginali interne che, per la maggioranza dei casi sono congestionanti, quando non contribuiscono a peggiorare la condizione della malattia. La natura del nostro organismo se aiutata, è in grado di eliminare ed espellere tutto ciò che altera la sua normalità funzionale.
Il vero bagno genitale, ideato da Kuhne, è una delle più importanti pratiche idroterapiche. Si applica esternamente in modo specifico sui genitali e propriamente sulla zona compresa tra il perineo ed il pube. La sua applicazione consiste nel versare sulla zona, l’acqua fredda in modo alterno, o meglio ancora, ad intervalli di 2 secondi con una spugna imbevuta d’acqua, dal basso ventre verso l’alto e viceversa, senza strofinare le labbra esterne della vagina.
[…] Tutto il corpo deve essere ben coperto, si tolgono le mutandine, però con questo non ci si deve bagnare neanche le natiche. Avendo un bidè, si metterà per traverso una tavoletta e ci si siederà sopra evitando che l’acqua bagni il sedere.Non disponendo del bidè si può utilizzare una qualsiasi vaschetta la cui capacità non sia inferiore ai 25 litri d’acqua.
[…]Se il male interessa la sfera genitale, ossia gli organi genitali in genere ed urinari (vescica, prostata, uretra e reni), il tempo di applicazione conviene che non sia inferiore ai 30 minuti e si ripeterà il bagno al mattino e al pomeriggio lontano dai pasti (possibilmente mezz’ora prima) e alla sera prima di coricarsi. Mentre se il male dovesse interessare solo il basso ventre e l’ultimo tratto del colon discendente ed il retto, sono più che sufficienti 15 minuti di applicazione, ripetuti due o tre volte al giorno.
Un avvertimento: poiché la reazione di questo bagno è decongestionante e derivativa, in talune circostanze il processo infiammatorio viene attirato in superficie; pertanto sulla parte esterna dei genitali si possono originare delle forti irritazioni, le quali si instaurano sui bordi esterni della vagina per le donne o sul prepuzio e glande per gli uomini. Non ci si deve allarmare, si deve continuare imperterriti con l’applicazione avendo l’avvertenza di non frizionare la parte.
In caso di forti emorragie vaginali, il bagno genitale è la pratica più indicata. Trattandosi di emorragia, l’applicazione, senza interruzione, verrà protratta fino a cessazione, per un’ora e più talvolta. Generalmente entro l’ora, l’emorragia dovrebbe risolversi; lo dico per esperienza in quanto con questa metodica, consigliata solo a mezzo telefono, ho aiutato diverse donne.
[…]Durante questo tipo di cura, talvolta può manifestarsi la comparsa o la fuoriuscita di determinati flussi vaginali, uretrali e anali. Non dobbiamo interpretare questa sintomatologia in senso negativo e tentare di soffocarli, con l’utilizzo del farmaco, poiché essi, sono l’effetto del risveglio organico, con il quale l’organismo tende a liberarsi di tutte le morbosità interne trattenute o soffocate in precedenza […]
L’effetto decongestionante dell’acqua applicata secondo la metodica alternata, disinfiamma tutti i tessuti epiteliali; stimola il processo di diosmosi pertanto, fluidifica il sangue e nel contempo, lo libera, dalle sostanze estranee che […] per lo squilibrio termico, rimangono in circolo.
[…]Per me è il bagno che più stimola l’attività nervosa eliminatrice dell’organismo.
Per l’uomo ha la stessa efficacia. Si attua solamente sul pene e, propriamente, sul glande (volgarmente detto testa), ricoperto dal prepuzio, ossia quella pelle che lo circonda, senza bagnare nessuna altra parte del corpo quindi, non si devono mettere i testicoli o lo scroto in acqua. Non si devono bagnare le natiche e nessun’altra parte del corpo. Si concede solo qualche strofinata sul pube. Si prende il pene con la mano sinistra assicurandosi che il prepuzio copra il glande invece, con la mano destra si prende la spugna o il bicchiere.
All’uomo circonciso, il bagno genitale è sconsigliato ma può praticare il bagno vitale di Vander, il quale può essere praticato da qualsiasi uomo, donna, bambino o anziano.
Non mangiare prima di andare a dormire
Alimentazione, Blog, Corpo*L’origine di tutte le infermità sta nei disordini digestivi che si generano e mantengono con la febbre dello stomaco e degli intestini dell’infermo. Questo calore anormale si sviluppa in seguito ai continui e prolungati sforzi prodotti da una obbligata elaborazione di alimenti inadeguati nell’apparato digerente. […] Mangiando aranci o altra frutta cruda in qualsiasi quantità e osservando il polso prima e dopo aver ingerito questo alimento, si potrà constatare che non si è prodotta alcuna alterazione apprezzabile nell’attività cardiaca.
Però se facciamo questa osservazione prima e dopo un’abbondante cena o pranzo in cui si abbia ingerito carne, conserve, dolci e liquori, ci richiamerebbe l’attenzione l’aumento delle pulsazioni che, se prima di mangiare erano a 70, a pranzo consumato saranno circa 100 al minuto. È proprio questo che ci rivela l’aumento della temperatura interna del corpo, perché l’attività cardiaca si accelera con il calore. La sensazione di freddo ai piedi e di calore alla testa che accompagna le buone mangiate, ci rivela lo squilibrio termico del corpo, con l’aumento del calore interno per effetto del forzato lavoro dello stomaco e degli intestini. La frutta cruda è l’alimento naturale dell’uomo; lo dimostra la digestione.
L’uomo si nutre con quello che digerisce, non con quello che mangia.
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Essere legno o cristallo?
Blog, Mente*Hahnemann formulò la legge de “il simile cura il simile”. Scoprì che di alcuni rimedi e medicine della vecchia scuola, poteva invertire l’azione tramite la potentizzazione, in modo tale che le sostanze che avevano causato l’avvelenamento e fatto insorgere i sintomi della malattia, potevano, in piccole quantità e se separati secondo il suo speciale metodo, curare quei particolari sintomi. […]
La malattia è il risultato di un modo sbagliato di pensare e di agire, e cessa quando l’azione e il pensiero vengono messi in ordine; quando la lezione del dolore, della sofferenza e della pena è imparata, la sua presenza non ha più motivo di esistere, e automaticamente scompare. Quindi è fondamentalmente sbagliato dire che “il simile cura il simile”. Hahnemann aveva una concezione della verità abbastanza giusta, ma non l’espresse correttamente. Il simile può rafforzare il simile, il simile può respingere il simile, ma nel vero senso della guarigione il simile non può curare il simile.
Se ascoltate gli insegnamenti di Krishna, Buddha o Cristo, troverete sempre che i principi del bene vincono sul male. Cristo ci insegnò a non opporre resistenza al male, ad amare i nostri nemici, a benedire chi ci perseguita: non c’è alcun “simile cura il simile” in questo. E così anche nella vera guarigione e così nell’evoluzione spirituale, dobbiamo sempre cercare il buono per scacciare il male, l’amore per vincere l’odio, e la luce per far svanire le tenebre. Pertanto dobbiamo evitare tutti i veleni, tutte le cose pericolose e usare solo quelle belle e benefiche. […] Non pensate neanche per un momento che io stia sminuendo il lavoro di Hahnemann, al contrario, egli indicò le leggi fondamentali, le basi, ma ha avuto solo una vita: se avesse continuato il suo lavoro, senza nessun dubbio sarebbe progredito lungo queste linee.
Ora consideriamo il perché la medicina deve inevitabilmente cambiare. La scienza degli ultimi duemila anni ha considerato la malattia come un fattore materiale che può essere eliminato con mezzi materiali: questo, ovviamente, è completamente sbagliato. La malattia è il risultato, l’ultimo stadio di qualche cosa molto più profondo. La malattia ha origine al di sopra del piano fisico, più vicino al mentale. È esclusivamente il risultato di un conflitto tra i nostri sé spirituale e mortale. Fintantoché questi due sono in armonia, noi godiamo di perfetta salute, ma quando c’è un disaccordo, ne consegue quella che noi conosciamo come malattia.
La malattia è solamente e puramente correttiva, non è né crudele né vendicativa; ma è il mezzo adottato per indicarci i nostri sbagli, per prevenire errori più grandi, per impedirci di fare dell’altro male e per riportarci sulla via della Verità. Se soffrite di rigidità alle giunture o agli arti, voi potete essere certi che c’è rigidità nella vostra mente, che state inflessibilmente aggrappandovi a qualche idea, qualche principio, forse qualche convinzione, che non dovreste avere. Se soffrite di asma, o avete difficoltà a respirare, in qualche modo voi state soffocando un’altra personalità o, per la mancanza di coraggio di agire correttamente, soffocando voi stessi. […]
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L’importanza di coltivare le virtù
Blog, MenteLo spirito di giustizia abbassa la nostra serenità.
*Dobbiamo ricordare che la sofferenza in se stessa è benefica, in quanto ci indica che stiamo prendendo strade sbagliate e accelera la nostra evoluzione verso la sua gloriosa perfezione. Le vere principali malattie dell’uomo sono difetti come l’orgoglio, la crudeltà, l’odio, l’egoismo, l’ignoranza, l’instabilità e l’avidità.
L’instabilità, l’indecisione e la debolezza d’intento sono il risultato che deriva dal rifiuto della personalità di essere governata dal Sé Superiore, e ci porta a tradire noi stessi e gli altri per colpa della nostra debolezza. Tale condizione non sarebbe possibile se avessimo in noi la conoscenza dell’Inconquistabile, dell’Invincibile Divinità che in realtà siamo noi.
L’avidità porta al desiderio di potere. È una negazione della libertà e dell’individualità di ogni anima: invece di riconoscere che ognuno di noi è qui per sviluppare liberamente la sua strada secondo i dettami della sua sola anima, di accrescere la sua individualità, di agire liberamente e senza ostacoli, la persona avida desidera comandare, plasmare e dominare. […]
L’orgoglio, che è l’arroganza e la rigidità della mente, farà sorgere quelle malattie che producono rigidità e tensione nel corpo. Il Dolore è il risultato della crudeltà. Le punizioni dell’odio sono la solitudine, il carattere violento e incontrollabile, le crisi nervose e l’isteria. Le malattie introspettive, come nevrosi, nevrastenia e altre simili che privano la vita di così tanta gioia, sono causate dall’eccessivo Egoismo.
L’ignoranza e la mancanza di saggezza portano difficoltà nella vita di tutti i giorni, e se ci dovesse essere anche un ostinato rifiuto nel vedere la verità quando l’occasione ci viene data, le conseguenze naturali sono la miopia e l’indebolimento della vista e dell’udito. L’instabilità della mente deve portare nel corpo lo stesso tipo di disturbi che colpiscono il movimento e la coordinazione. Il risultato dell’avidità e del dominio sugli altri fa sorgere nel sofferente quelle malattie che lo renderanno uno schiavo del suo stesso corpo, con desideri e ambizioni frenati dalla malattia.
Il cuore, la fonte della vita e pertanto dell’amore, viene colpito soprattutto quando la parte della nostra natura che riguarda l’amore verso l’umanità non è ben sviluppata o viene usata male; una mano ammalata denota un agire carente o sbagliato: il cervello, essendo il centro del controllo, se colpito indica mancanza di gestione della personalità.
E così via, secondo la legge stabilita. […] La prevenzione e la cura della malattia può essere trovata scoprendo il difetto che è dentro di noi, eliminandolo con lo sviluppo scrupoloso della virtù che lo distruggerà; non lottandoci contro, ma inondandolo con la virtù opposta che lo spazzerà via delle nostre nature.
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La malattia negli anni 2000
Blog, MenteStress è un termine inglese che significa tensione: una corda tesa e sotto stress. Episodi saltuari e limitati nel tempo nel corso dei quali l’organismo è in stato di stress sono non solo inevitabili, ma del tutto salutari. Ciò che fa male è quando l’eccitazione dello stress non sfocia in una azione fisica che ne scarichi le energie sviluppate e quando questi episodi di eccitazione e soffocamento si ripetono troppo spesso oppure durano troppo a lungo. L’organismo sotto stress funziona in modo alterato: possiamo dire che è come un motore che funziona in fuori-giri. Consuma troppa energia, si logora più in fretta, rallenta il funzionamento di processi essenziali come la digestione e la respirazione, ed eleva la temperatura dei tessuti a causa dell’elevata attività delle cellule. Il sangue si ritrova carico di glucosio che dovrebbe essere usato dai muscoli i quali, probabilmente, non ne fanno invece uso. Se davanti alla vista del leone, infatti , ti metteresti a correre all’impazzata, usando così quel surplus di energia che il simpatico ha prodotto, nel caso del vigile accanto alla tua auto al massimo allunghi il passo ed alzi un po’ la voce, ma non usi tutta l’energia prodotta, che va ad ingolfare l’organismo.
Se questa condizione si protrae troppo a lungo, o se si ripete troppo spesso, possono insorgere gravi problemi sia nell’apparato digerente (ulcere), sia in quello respiratorio (asma). Anche l’attività psichica ne risulta influenzata, fino ad arrivare ad uno stato di spossatezza mentale che prende il nome di depressione. La depressione è la conseguenza di troppo stress: sintomi della depressione sono la mancanza di appetito e di sonno, infelicità e abulia. Nel descrivere le conseguenze dello stress Bernard Auriol scrive che un eccesso di stimolazione del simpatico senza una azione muscolare adeguata, come la lotta o la fuga, può provocare la comparsa di ipertensione arteriosa, mal di testa, ipertiroidismo, disturbi cardiovascolari, arteriosclerosi, collassi, diabete, depressione.
Nella nostra società le aggressioni psicologiche sono più frequenti di quelle fisiche, il che produce un vertiginoso aumento dei casi di stress eccessivo nella nostra epoca, rispetto a quelle passate. Inoltre, le condizioni di vita della società moderna provocano numerose situazioni di conflitto a causa dell’eccessiva concentrazione di persone in spazi ristretti e dell’inesorabile sopraffazione operata dalle leggi, dalle regole sociali e dagli obblighi morali. Nessuno può quindi sperare di essere immune dallo stress. Si tratta piuttosto di ridurne la quantità e di controbilanciarne gli effetti con momenti di tranquillità. Non dobbiamo cercare di mutare le condizioni della società, ma di cambiare il nostro modo di reagire ad essa.
Fonte: Psiche Amica. Capitolo Il sistema neurovegetativo. Lo stress. Pagina 66-67. FB Edizioni.
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Amore e Gelosia
Blog, Spiritualità, Vita di coppiaL’opposto dell’amore non è l’odio, ma l’egoismo. Egoismo è desiderare che gli altri ci rendano felici. Amare è desiderare di far felice gli altri. Quando spinge all’azione, l’egoismo impone e prende. L’amore propone e dona. Ci sono espressioni popolari che creano confusione perché si riferiscono all’egoismo, chiamandolo amore. Ecco qualche esempio:
Morire (o soffrire) d’amore. Si muore (o si soffre) solo per egoismo, mai per amore. Ti amo da morire. In effetti si intende Ti desidero da morire, ed è egoismo.
Se mi ami, dimostramelo. Chi dice questo non ama ma desidera: vuole ricevere, non dare. Pretende che sia l’altro ad amare, non lui.
La gelosia è una prova d’amore. In realtà è manifestazione di egoismo e di sfiducia.
Altre imprecisioni linguistiche che creano confusione è l’uso del termine amare. Nella lingua italiana, al contrario di quella americana, esistono termini diversi per indicare livelli di amore diverso. L’omogenizzazione della cultura ci sta abituando alla semplicità e anche i nostri comunicatori hanno iniziato ad usare I love, indistintamente, per persone, animali e addirittura oggetti: amo la mia macchina del caffè.
Si dovrebbe dire mi piace la musica, lo sport, il ballo, ecc. e non io amo la musica, lo sport, il ballo, ecc. Voglio bene al mio gatto, non “amo il mio gatto”.
Il termine amore è riservato ad una persona speciale. Voler bene esprime esattamente il concetto di amare, ossia volere il bene dell’altro, ma con una intensità minore. Mi piace, non riguarda il dare ma il ricevere. L’ego istintivo di natura tende a pensare solo a se stesso; tutti nasciamo egoisti e sappiamo cosa sia mi piace. Ma non tutti impariamo a voler bene e ad amare.
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Camminare sull’erba
Blog, Corpo, Pratiche corporaliPerché si consiglia di camminare a piedi nudi sull’erba?
*Camminare a piedi scalzi sulla terra, specialmente quando è umida e rimossa, è una pratica fortificante del sistema nervoso, perché mentre fa espellere per i piedi le sostanze malsane, purifica e facilita l’assorbimento delle correnti magnetiche ed elettriche dell’atmosfera, attraverso il nostro corpo. Perciò si consiglia ai sani ed agli infermi di camminare a piedi scalzi sulla rugiada, allo spuntare del sole, almeno 5 o 10 minuti ogni giorno, cercando poi la reazione con lunghe passeggiate specialmente in collina.
Il movimento è vita, e nella Natura vediamo che tutti gli esseri animati vivono muovendosi. L’esercizio fisico è uno degli stimolanti della forza vitale, perché mettendo in attività tutte le funzioni del corpo, favorisce il ricambio organico. Ogni movimento attiva la circolazione del sangue, la respirazione, la digestione e favorisce l’eliminazione dei prodotti consumati. Quindi, il nostro corpo, per avere un buon funzionamento, necessita giornalmente, come minimo, di alcune ore di esercizio. Nel caso non si possa disporre di tale tempo, si consiglia di praticare qualche movimento ginnico al mattino alzandosi, a mezzogiorno e alla sera prima di coricarsi.
I migliori esercizi sono quelli naturali, come camminare, praticare ascensioni ai monti, lavorare la terra ecc. Non potendo fare ciò giornalmente, ripeto che si devono praticare esercizi con flessioni di gambe, di busto, e in generale tutto quello che è necessario per porre in attività tutte le parti del corpo.
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Il Perdono
Blog, MenteChe cos’è il perdono?
È una questione che riguarda l’altro o me stesso?
Ricordiamoci che per avere giustizia, ognuno di noi perde la propria pace interiore. Il perdono riguarda noi stessi. È l’egoismo positivo che dobbiamo coltivare per il nostro benessere mentale e spirituale.
*Edward Bach scrisse: È quando permettiamo alle altre persone di interferire che smettiamo di ascoltare i dettami della nostra anima, e questo genera disarmonia e malattia. Nel momento in cui il pensiero di un’altra persona entra nelle nostre menti, veniamo distolti dal seguire il nostro vero percorso. […] Le interferenze capitano in ogni vita […] e sono necessarie per imparare a resistere loro. […] la velocità con la quale progrediamo dipende completamente da noi. […] Più grandi saranno le difficoltà apparenti nel nostro sentiero, più saremo sicuri che la nostra missione vale la pena di essere portata a termine. Galileo era convinto che la terra fosse rotonda nonostante lo scetticismo di tutto il mondo e il brutto anatroccolo divenne un cigno pur con il disprezzo di tutta la sua famiglia.
Noi non abbiamo diritto di interferire nella vita di nessun figlio di Dio. Ciascuno di noi ha il suo compito e, nel fare questo, solo noi abbiamo il potere e la conoscenza necessari per compierlo alla perfezione.
[…] La disarmonia, cioè la malattia, si manifesta nel corpo perché quest’ultimo serve solamente a riflettere il compito dell’anima; esattamente come il viso riflette la felicità con il sorriso, e l’ira con la fronte aggrottata. Lo stesso avviene nelle cose più importanti: il corpo rifletterà le vere cause della malattia (che sono la paura, l’indecisione, il dubbio, la rabbia, ecc.) nel disordine dei suoi apparati e tessuti.GUARDA IL VIDEO
Il centro culturale A.c.n.i.n. – Idee per il futuro
Blog, RiflessioniImmaginando l’A.c.n.i.n. nel futuro vedo un centro culturale con diversi spazi: un piccolo centro congressi, con sale di diverse misure per le attività divulgative, di studio ed eventi ricreativi, un B&B, un ristorante vegetariano che propone piatti con le giuste combinazioni alimentari, una falegnameria, un orto, alberi da frutto e un paio di cavalli. Il tutto immerso nel silenzio della natura e gestito dai consulenti A.c.n.i.n.
Leggendo la raccolta di Edward Bach, ho trovato un capitolo che parla dell’ospedale del futuro e con felice stupore mi sono accorta che i nostri desideri sono gli stessi.
Tantissimi anni sono passati sia da Back che da Acharan e Costacurta ma il sogno non svanisce e un giorno arriveranno le giuste condizioni che trasformeranno queste parole in realtà.
Edward Bach scrive:
*In un futuro che ci auguriamo essere non troppo lontano, dovrà essere trattato il paziente, non la malattia.
Negli ospedali del futuro ci sarà un’atmosfera di pace, e di speranza, di gioia, e di fede. Ogni cosa sarà fatta per incoraggiare la persona a dimenticare la malattia, a lottare per la salute, e allo stesso tempo, per correggere qualsiasi difetto nella sua natura e giungere alla comprensione della lezione che deve imparare.
Ogni cosa dell’ospedale del futuro sarà edificante e bella, cosicché il malato cercherà quel rifugio non solo per essere alleviato dalla sua malattia, ma anche per sviluppare il desiderio di vivere una vita in armonia con i dettami della sua Anima, più di quanto non avesse mai fatto prima. L’ospedale sarà come una madre per i malati: li accoglierà fra le sue braccia rassicurandoli e confortandoli, dando loro speranza, fede e coraggio per superare le difficoltà.
Il medico di domani comprenderà che lui, da solo, non ha nessun potere di guarire, ma che se dedica la sua vita al servizio dei suoi fratelli, a studiare la natura umana, così da poter in parte comprenderne il significato, se desidera con tutto il suo cuore alleviare la sofferenza umana e abbandonare tutto per aiutare il malato, allora attraverso di lui può essere trasmessa la conoscenza per guidare chi soffre, e il potere di guarire per alleviare le sue pene. E allora, il suo potere e la sua abilità nell’aiutare sarà in proporzione all’intensità del suo desiderio e della volontà di servire. Egli capirà che la salute, come la vita è di Dio, e solo di Dio. Così lui stesso e i rimedi che usa sono puramente strumenti e agenti del Piano Divino per assistere e riportare il sofferente sulla strada della Legge Divina. Non sarà interessato alla malattia o all’anatomia patologica, studierà solo la salute. Non sarà importante per lui se, per esempio, il respiro corto è causato dal bacillo della tubercolosi, dallo streptococco, o da qualsiasi altro organismo, ma gli importerà molto di più sapere perché il paziente soffre per la difficoltà di respirare. Non sarà di nessuna importanza sapere quale delle valvole del cuore è danneggiata, ma sarà vitale comprendere in quale modo il malato sta erroneamente sviluppando la sfera dell’amore.
Le radiografie non saranno più usate per esaminare l’artrite di un’articolazione, piuttosto si cercherà nel modo di pensare del paziente per scoprire la sua rigidità mentale. […] La formazione del medico sarà uno studio profondo della natura umana, una grande consapevolezza del puro e del perfetto, una comprensione dello stato Divino dell’uomo, sulla conoscenza di come assistere coloro che soffrono affinché possano armonizzare la loro condotta con il loro Sé Spirituale e quindi portare armonia e salute alla personalità.
Basandosi sulla vita e sulla storia del paziente egli dovrà essere in grado di comprendere il conflitto che sta causando malattia o disarmonia fra il corpo e l’Anima, e potrà permettersi così di dare il suggerimento e il trattamento necessario al sollievo del sofferente. Dovrà inoltre studiare la Natura e le sue Leggi, essere un esperto dei Suoi Poteri Curativi che può utilizzare a beneficio e a vantaggio del paziente. Il trattamento di domani essenzialmente donerà quattro qualità al paziente: primo la pace, secondo la speranza, terzo la gioia, e quarto la fede.
Tutto l’ambiente circostante, così come l’attenzione prestata, saranno rivolti a questo fine: circondare il malato con quell’atmosfera di salute e luce che incoraggerà la guarigione. Allo stesso tempo, gli errori del paziente, una volta diagnosticati, saranno messi in evidenza e verrà data assistenza e incoraggiamento affinché possa superarli. […]
L’idea che la guarigione possa essere ottenuta con il pagamento in oro o argento deve sparire per sempre. La salute, come la vita, è di origine Divina e può essere ottenuta solo con Mezzi Divini. Guardando da fuori sembra che il denaro, il lusso, i viaggi, siano in grado di procurare un miglioramento al nostro essere fisico, ma queste cose non possono mai darci una salute vera.
Il paziente di domani deve capire che lui, e solo lui, può portare sollievo a se stesso dalla sofferenza, per quanto possa ottenere consiglio e aiuto da un fratello più anziano che lo assisterà nel suo sforzo.
Probabilmente la più grande lezione della vita è quella di imparare la libertà: la libertà dalle circostanze, dall’ambiente circostante, dalle altre personalità, e soprattutto da noi stessi perché, finché non siamo liberi, non siamo capaci di dare e di servire completamente i nostri fratelli.
Ricordate che se soffriamo o siamo privati di qualcosa, se siamo circondati da parenti o da amici che ci possono infastidire, se dobbiamo vivere fra coloro che ci controllano e ci dettano ordini, che interferiscono con i nostri piani e ostacolano il nostro progresso, tutto dipende dalle nostre azioni: perché è rimasta ancora dentro di noi una traccia che impedisce la libertà di qualcuno, o perché manca il coraggio di reclamare la nostra individualità, il nostro diritto di nascita. Nel momento in cui noi stessi diamo completa libertà a tutto ciò che ci circonda, quando non desideriamo più legare e limitare, quando non ci aspettiamo più niente da nessuno, quando il nostro unico pensiero sarà di dare e dare senza prendere mai, in quel momento scopriremo che siamo liberi da tutto il mondo: i legami cadranno, le nostre catene si spezzeranno e, per la prima volta nelle nostre vite, conosceremo la deliziosa gioia della perfetta libertà.
Il potere del possesso si è così sviluppato in Occidente da rendere necessarie gravi malattie prima che la gente si possa rendere conto dell’errore e corregga i propri comportamenti. Chi tra voi soffre per mano di un altro si faccia coraggio, perché significa che avete raggiunto quello stadio di avanzamento in cui vi stanno insegnando a guardare la vostra libertà, e quel dolore e sofferenza che state sopportando vi sta insegnando come correggere il vostro sbaglio e non appena lo avrete riconosciuto e corretto, i vostri problemi finiranno.
La felicità richiede saggezza
Blog, ComunicazioniCari amici,
la felicità non dipende da quello che abbiamo ma da ciò che siamo. Ma come si diventa felici? Un adulto che capisce i mali di questa vita, come può essere felice?
La felicità richiede saggezza. La via della saggezza passa attraverso la conoscenza.
Per tutti coloro che sono alla ricerca dell’intelligenza, della bontà e della bellezza l’A.c.n.i.n. offre un percorso per migliorare il rapporto con se stessi e gli altri, imparando a voler bene alla propria mente, allo spirito e al corpo, secondo gli insegnamenti di Manuel Lezaeta Acharan, Luigi Costacurta e Renato Marini.
Perché è la salute che guarisce ed è l’alternanza tra ragione e intuizione che porta alla crescita.
La vita ci offre molte guide, sta a noi trovarle e seguirne almeno una. Come disse Galileo Galilei:
Non basta guardare,
occorre guardare con gli occhi che vogliono vedere
e credere a quello che vedono.
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