Nel campo della medicina scientifica (prevalente) alcuni operatori ritengono che il corpo umano sia una macchina biologica, che tutte le sue funzioni derivino da reazioni chimiche e che perfino emozioni e squilibri psichici siano attribuibili a sostanze chimiche; per cui la via della cura è la somministrazione di sostanze chimiche di vario tipo e in vari modi.
Ci sono altri operatori che ritengono che il corpo umano sia una organismo psicosomatico, governato non solo dalle leggi della chimica ma anche da influenze di natura astratta, come le emozioni e i pensieri. Queste influenze psichiche derivano dalle esperienze vissute dalla persona. Per cui questi operatori cercano di far guarire un malato usando sia sostanze chimiche (come i loro colleghi del primo gruppo), sia terapie psicologiche che puntino a modificare il modo in cui il malato vede la sua vita.
Ci sono infine degli operatori che appartengono al secondo gruppo, ma che ritengono che oltre, e forse prima, di usare sostanze chimiche prodotte in laboratorio, sia utile e saggio usare le erbe e altri elementi forniti dalla natura, migliorare l’ alimentazione, il movimento e il riposo, e ridurre lo stress psicologico.
Questi tre gruppi di operatori si basano sulla validazione scientifica dei farmaci e dei rimedi da adottare; validazione che è affidata sia alle ditte che producono i farmaci stessi, sia agli operatori che li usano. I malati non hanno quasi nessuna parte nel processo di validazione di questi rimedi. La scienza medica, cioè, studia la malattia e i farmaci, non le persone.
Nel campo delle sofferenze mentali, fanno parte del primo gruppo gli psichiatri, che ritengono che emozioni e comportamenti siano prodotti da sostanze chimiche nel cervello. Fanno parte del secondo gruppo gli psicologi, che ritengono che la mente non sia generata dagli ormoni cerebrali, ma sua una attività metafisica, propria della stirpe umana, influenzata ma non prodotta dagli ormoni cerebrali. Fanno parte del terzo gruppo quegli operatori psicologici di orientamento umanistico e sistemico, che ritengono che la persona si ammali non solo per cause esterne ma anche a motivo delle relazioni che intreccia con gli altri; relazioni fortemente influenzate dall’educazione.
La Medicina Naturale Lezaeta-Costacurtiana si colloca un passo più avanti rispetto agli operatori scientifici del terzo gruppo. Si trova così in notevole contrasto con gli operatori del secondo e ancora di più con quelli del primo gruppo. Il concetto di base è che l’uomo sia un essere spirituale che usa il corpo fisico come una macchina e la mente come il programma operativo per governare quella macchina. Da questa impostazione di base (che è naturalmente metafisica e non verificabile con gli strumenti fisici della scienza) deriva l’idea principale che la malattia del corpo può avere cause biochimiche, psichiche o spirituali. Ossia, il corpo può ammalarsi perché viene intossicato o perché si è indebolito e non riesce più a difendersi dalle aggressioni di elementi esterni; ma anche perché la mente soffre e altera il funzionamento degli organi del corpo per segnalare questa sua sofferenza (malattie psicosomatiche).